Neo Scavenger. Ritorno a Detroit Megacity, aspettando Ostranauts

Strettamente legato alla tradizione dei giochi di ruolo da tavolo e dei “libri game”, Neo Scavenger descrive un mondo cyberpunk horror coerente, interessante e misterioso.

Se date tempo all’algoritmo dello Steam Store per conoscervi meglio, questi inizierà a suggerirvi titoli che non avreste mai avuto modo di scoprire altrimenti. A volte, tra questi, si nascondono vere e proprie gemme grezze. È stato questo il caso di Neo Scavenger, by Blue Bottle Games, uscito nel tardo 2014 e rimasto a memoria come uno dei più appassionanti survival, hardcore game indipendente di sempre. Sei anni dopo, è stata così felice la scoperta che il creatore di Neo Scavenger, Dan Fedor, stesse lavorando a Ostranauts (uscita programmata per quest’anno) che ci siamo sentiti in obbligo di celebrare il suo precedente lavoro con una recensione postuma.

Quanto a lungo puoi sopravvivere all’apocalisse? In un futuro prossimo, attività soprannaturali e biotecnologie hanno devastato il pianeta e frammentato la società, relegando il genere umano in una lotta per la sopravvivenza. La vostra storia ha inizio in un laboratorio medico abbandonato: senza cibo né acqua o memoria, vi troverete ad inseguire gli scarsi indizi disponibili sulla vostra identità. L’incipit narrativo può sembrare poco originale, ma la trama di Neo Scavenger dimostrerà di saper destreggiarsi a meraviglia nei cliché del genere, descrivendo un mondo cyberpunk horror coerente, interessante e misterioso. Strettamente legato alla tradizione dei giochi di ruolo da tavolo e dei “libri game”, Il sistema di gioco si appoggerà agli elementi testuali per proseguire l’avventura, utilizzando, come punto di forza, l’abilità evocativa del suo “dungeon master”.

Le mappe casuali di Neo Scavenger sono minimal ma possiedono molte sfaccettature.

La grafica, scarna e di ispirazione retrò, spaventa e disorienta, ma non ostacola la natura puramente story-driven del gioco, rivelandosi funzionale ed essenziale: segni, mappe, informazioni, schede personaggio. Tutto è presente, anche se all’inizio dovrete cercarvelo bene, vista l’assenza di un tutorial.

Gioco volutamente difficile, Neo Scavenger gode nel sapervi fragili e impauriti mentre vi muovete in una landa sconosciuta, generata proceduralmente, casella dopo casella, alla ricerca di loot, per poter sopravvivere alla prossima notte. Sopra di voi, come un avvoltoio, incombe il permadeath: Un passo falso e siete morti, perdete tutto, si ricomincia.

La potenza evocativa di una buona storia.

Con l’esperienza, però, vi muoverete sempre più agilmente in quello che scoprirete essere l’hinterland di Detroit (o di quel che ne rimane). Imparerete a padroneggiare il sistema di crafting, a distinguere innocui sopravvissuti da pericolosi cultisti, soppesare pro e contro di ogni situazione, riparare armi e oggetti, comportarvi da preda o cacciatore… mentre brancolerete a tentoni fino al ricongiungimento con la storia principale.

Degni di nota sono anche i combattimenti: vi troverete atterriti dalla forza evocativa e brutale di ogni scontro, rappresentato unicamente da testo e icone, capace di prendere vita come dalle pagine di un romanzo. A turni, tra diagrammi ad albero e statistiche, ogni scelta sarà ugualmente importante, sia che decidiate di prendere a calci il cane rabbioso che vi ha attaccato, o di stordire con una pietra un sopravvissuto per rubargli le scarpe, o ancora di indietreggiare davanti al fucile puntato di un militare, ma anche rotolare nel sangue e polvere durante una scazzottata con un cannibale… tutto sembra fottutamente reale e contribuisce a farvi sentire ancora più attaccati alla vita, come un animale braccato.

E quando penserete di aver capito tutto, finalmente raggiunto il middle game, Neo Scavenger compierà improvvisamente un balzo in avanti, aggiungendo un’ecosistema di nuovi personaggi, armi, oggetti, augments cibernetici, un sistema di compravendita… ma, soprattutto, dandovi un obiettivo. Da questo momento, domata la natura selvaggia, metterete (quasi) in secondo piano le meccaniche da survival per orientarvi verso dinamiche da avventura grafica di altri tempi (Beneath a Steel Sky, lacrimuccia), e da tactical game.

Questi dunque i presupposti con cui, oggi, attendiamo Ostranauts, del quale potete trovare più informazioni sulla sua pagina ufficiale, nella speranza che possa guadagnarsi la notorietà che è mancata al suo predecessore, probabilmente per motivi di interfaccia grafica, difficoltà elevata, e auto-distribuzione.

Un gioco hardcore e brutale. Dall’inizio, all’ennesimo game over.

Neo Scavenger è, in ultima analisi, un titolo che sembra volervi dare tutto e ci riesce egregiamente; perché scritto maledettamente bene, e perché ogni suo aspetto, per quanto semplificato, è stato sviluppato con intelligenza e profondità. Titolo underground, quasi cult, dall’animo hacker, opensource, non si fa mancare neppure una vasta scelta di MODS, sviluppati da una piccola ma agguerrita fanbase, che aggiungono ulteriori elementi sandbox alla versione originale.

Nota: Blue Bottle Games ha avuto l’idea di far uscire Neo Scavenger anche su dispositivi mobili. Purtroppo, la sua interfaccia (già poco user-friendly di suo) risulta brutalmente ingestibile su piccoli schermi touch; così come il ritmo della storia non risulta apprezzabile su tali devices. Se non conoscevate questo titolo ma questa recensione vi ha incuriosito, optate assolutamente per la versione PC, magari iniziando dalla demo giocabile su Steam Store. Non disponibile in Italiano.

Punteggio finale

Storyline and Characters - 8.5
Graphic and Interface - 6
Music and Sound Design - 5.5
Gameplay and Design - 7.8
Longevity and Variety - 8

7.2

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The Casual Gamer

Data stellare Marzo 2020. A causa di un virus alieno diffuso sull’intero pianeta, raggiunto lo stato di illuminazione durante la lunga quarantena in criomeditazione, nasce The Casual Gamer: ennesimo blog di recensioni di videogiochi.

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