There Is No Game, Wrong Dimension

Se avete seguito la nostra “Piccola guida ai migliori puzzle game filosofici e alla loro evoluzione” saprete come, da qualche anno, alcuni videogiochi abbiano iniziato a prendere coscienza della loro natura, cominciando ad interrogandosi sulla loro stessa esistenza, a volte fino a mettere a nudo la propria struttura. Questa tendenza metalinguistica, come in ogni campo, è segno di come il nostro media preferito abbia di fatto raggiunto l’età adulta.

La messa in scena del “backstage” e delle meccaniche che sorreggono il “gioco” trova la sua massima manifestazione nel genere dei Walking Simulator, l’evoluzione diretta delle “Avventure Grafiche” degli anni 80 e 90. Questi titoli bizzarri, inizialmente derisi dall’industria videoludica per la loro (apparente) assenza di sfida, e quindi di “gioco”, portano in verità il giocatore a ragionare ad un livello più elevato, obbligandolo ad interrogarsi su temi filosofici o psicologici quali metafisica, determinismo, memoria, esistenzialismo… ed ovviamente il concetto stesso di videogioco.

La struttura stessa del gioco messa metaforicamente a nudo dal suo “backstage”.

E in un certo senso, There Is No Game, Wrong Dimension compie la strada inversa. Questo titolo della francese Draw Me A Pixel prende infatti spunto dalle moderne tematiche affrontate dei Walking Simulator (il loro aver messo in discussione la struttura dei giochi), presentandosi però al giocatore in forma di Avventura Grafica vecchio stile. Aggiungete una dose di umorismo e citazionismo, ed il risultato è una piacevole scampagnata tra i generi in pixel art, che saprà stupirci e divertirci.

Sorvolando sul titolo da click bait, There Is No Game trova quasi subito il “suo” gameplay. Il “gioco” esiste, e consiste in una serie di enigmi casual e surreali (simili ai puzzle game della Rusty Lake) da risolvere interagendo col mouse con gli elementi a disposizione sullo schermo, per poter progredire con la storia.

Link, svegliati, c’è una principessa da salvare…

Il giocatore avrà un compagno di viaggio in “Game”, l’anima stessa del gioco, impersonificata da una voce narrante dall’accento esotico. Insieme, come dei novelli Rick And Morty, viaggeranno tra diversi “mondi” ispirati a titoli reali della Storia dei videogiochi, e non solo. Il nostro antagonista prende invece il nome di “Mr. Glitch” e l’avventura cambierà spesso registro mentre cercheremo di catturarlo, passando dalla slapstick comedy, all’azione, al musical, alla love story.

La stessa voce di Game è ispirata da un altro titolo e precisamente dalla voce narrante di The Stanley Parable (2012), anche se il paragone tra le due interpretazioni, così come la qualità dello script, è impietoso. Contrariamente al sublime narratore di Stanley, la voce di Game ne è solo una grezza caricatura e risulterà spesso fastidiosa e pedante. Ciò nonostante, sebbene sempliciotta, la storia si mantiene sempre ad un livello costante, dimostrandosi basilare ma coerente e solida. Per questo motivo, crediamo che There Is No Game è probabilmente un titolo più adatto ai bambini, anche se, probabilmente, questi perderanno il senso di molte delle citazioni presenti.

Il capolavoro Paper Please (2013) diventa “Please Paper!” in questo dissacrante omaggio 🙂

E sono proprio le decine di citazioni presenti che faranno apprezzare questo titolo anche dai giocatori più adulti. Si ride spesso delle intelligenti trovate di There Is No Game, mentre riscopriamo estetiche e dinamiche proprie di giochi vintage come Pac Man, Tetris, Bomberman, o avventure della LucasArts come The Day Of The Tentacle (1993), la serie di Zelda, Parappa The Rapper (1996) ma anche omaggi a titoli più recenti come Paper Please (2013) o Super Hot (2016)

In egual misura, l’audio del gioco è molto curato, con effetti sonori e musiche che richiamano i titoli di volta in volta emulati. C’è tanto lavoro di ricerca dietro a There Is No Game, e molta passione.

Una del gioco prende luogo dento un finto sistema operativo.

L’avventura in sé è relativamente breve, e come spesso accade in questi casi la rigiocabilità è inesistente. Un grosso tasto rosso “HELP” fornirà inoltre suggerimenti ad ogni schermata, evitando il pericolo di restare bloccati. Anche questa è probabilmente una scelta user friendly orientata a non perdere l’attenzione dei giovanissimi. Per concludere, anche se piacevolmente colpiti dalla varietà di idee e di scenari, restiamo dell’opinione che There Is No Game, Wrong Dimension sia un intrattenimento destinato ad una fascia d’età molto bassa e non ce la sentiamo quindi di consigliare questo gioco a tutti, almeno non a prezzo pieno.

Per completezza c’è da aggiungere che There Is No Game, Wrong Dimension è il sequel di un titolo omonimo del 2015, giocabile gratis su Steam. Provate a farci un giro!

Punteggio finale

Storyline and Characters - 7
Graphic and Art Direction - 6
Music and Sound Design - 7.5
Gameplay and Game Design - 7
Longevity and Variety - 6

6.7

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The Casual Gamer

Data stellare Marzo 2020. A causa di un virus alieno diffuso sull’intero pianeta, raggiunto lo stato di illuminazione durante la lunga quarantena in criomeditazione, nasce The Casual Gamer: ennesimo blog di recensioni di videogiochi.

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