Curse Of The Dead Gods (V.Beta) un “darkest temple crawler” a tema Maya

Curse Of The Dead Gods è il terzo gioco sviluppato dai francesi della Passtech Games, software house tanto recente quanto capace di confezionare prodotti dal look curatissimo.

E la prima cosa che si nota in Curse Of The Dead Gods è infatti la cura all’ambientazione, ai modelli, e alle animazioni. Al primo sguardo, il gioco somiglia ad una versione 3D di Darkest Dungeon (2016); questo per via del design dell’eroe, le sue espressioni facciali e le sue turbe mentali, ma anche per la claustrofobica sensazione dovuta all’esplorazione di un mondo scuro e profondamente malvagio. Anche i combattimenti ricordano, ma in real time, la direzione di Darkest Dungeon nella loro resa estremamente “fisica” degli scontri fatta di suoni improvvisi, esplosioni rosso sangue, e piccoli eleganti slow motion ad ogni colpo decisivo, in una danza di morte veloce e brutale. Il sistema di illuminazione col suo uso del fuoco è pure efficace e suggestivo, ed i modelli cartoon del protagonista e dei mostri sono curati e originali. Il pacchetto è nel suo complesso Decisamente invitante.

Possiamo usare fino a 4 armi ed unirle in spettacolari combo.

La storia è poco più di un pretesto. Curse Of The Dead Gods é fondamentalmente un gioco molto “arcade” con qualche aspetto innovativo, che mescola dinamiche da temple run, hack and slash, dungeon crawling e action roguelite… e ci aggiungiamo anche souls-like proprio per non farci mancare nulla! Penetrato nel tempio maledetto alla ricerca di antichi tesori e reliquie, un baffuto avventuriero vi resterà murato e dovrà farsi largo tra le immonde creature nascoste nel buio. Stanza dopo stanza (un pesante cancello si schianterà alle nostre spalle ad ogni nuova sala scoperta) ci troveremo a schivare trappole e bastonare i poveri mostri a difesa delle sacre reliquie, mentre avanziamo verso il boss finale.

Interessante anche il fatto di poter sfruttare le situazioni ambientali a nostro vantaggio. Trappole, bracieri, muri e pavimenti procureranno danni in egual misura al nostro avventuriero e ai suoi nemici, fornendo una ulteriore variante tattica.

Ogni stanza è a tema e promette un avanzamento in termini di oro, armi, statistiche, guarigione, o un imprevisto. Saremo noi a scegliere quale stanza visitare dopo aver ripulito la precedente, grazie ad una mappa ad albero che ci apparirà dinnanzi ad ogni checkpoint. Questo aggiunge un po’ di tattica all’esplorazione altrimenti lineare del dungeon, facendoci riflettere su quale sia la strada migliore per arrivare al final boss in forze e in buona salute. La guarigione è infatti possibile unicamente in stanze dedicate, e ci costerà denaro o un accumulo di punti corruzione. Dovremo quindi studiare bene le nostre mosse ed i pattern di attacco dei nemici per cercare di uscire indenni dagli scontri, in una dinamica quasi da soul game avvincente ed equilibrata.

La scelta della strada migliore da compiere.

I punti corruzione e le “maledizioni” sono il fulcro del gioco. Ogni qual volta che veniamo colpiti, che pratichiamo un sacrificio in cambio di bonus, o che apriamo una porta verso la stanza successiva, accumuleremo stacks di “corruzione” fino alla manifestazione di una maledizione. Le stesse maledizioni si accumulano fino ad un massimo di 5 e consistono in effetti permanenti che influenzano le meccaniche di gioco ed aumentano la varietà di situazioni alle quali dovremmo far fronte. Si va dalla impossibilità di usare il fuoco della torcia, ai danni subiti che fanno anche perdere oro, alla manifestazione di allucinazioni… Diventa velocemente chiaro che il punto fondamentale delle maledizioni in Curse Of The Dead Gods sarà proprio il doverci convivere, essendo impossibile non subirne gli effetti nella lunga esplorazione del dungeon.

Oltre all’oro e alle altre risorse collezionabili, spendibili in ogni single run, il nostro eroe recupererà sporadicamente dei teschi di cristallo. Ogni qual volta che verremo sopraffatti dalle forze del male, questi teschi saranno spendibili in abilità permanenti che miglioreranno il nostro personaggio in vista delle successive esplorazioni. La morte fa quindi parte del processo di apprendimento e riuscire a superare i livelli avanzati presuppone l’averci già fallito in precedenza. I templi esplorabili sono diversi, di difficoltà crescente, ciascuno sotto il segno di una maledizione specifica, o di un animale sacro. Imparare la “via” di un animale permetterà di riconoscerne ed utilizzarne le caratteristiche man mano che ci addentriamo nel labirinto.

I combattimenti sono frenetici e soddisfacenti, anche se ripetitivi.

In questa V.Beta mancano ancora molte features: le stanze non sembrano generate proceduralmente ma solo shuffled tra opzioni preesistenti (speriamo che questo cambi ma non ne siamo sicuri visto che questo tipo di meccanica è solitamente tra le prime a essere sviluppate), i tipi di nemici incontrati sono ancora troppo pochi, e non si sa se sarà introdotta una modalità in co-op che a nostro parere regalerebbe moltissime emozioni. Coinvolgente, frenetico, e punitivo al punto giusto, Curse Of The Dead Gods é al momento un gioco divertente, ma forse troppo lineare, che rischia di risultare ripetitivo a causa del suo approccio arcade, che punta quasi tutto sull’abilità dei giocatori col controller. Il Joypad è infatti obbligatorio per poter sfruttare a pieno le combo in combattimento e probabilmente questo gioco troverà il suo pieno successo solo su console. Aspettiamo aggiornamenti 🙂

Prima impressione

V.0.18.1 - 6.7

6.7

Il gioco è ancora in fase di sviluppo. Il voto non rappresenta il giudizio finale che sarà espresso, nella recensione completa, ad uscita del gioco.

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The Casual Gamer

Data stellare Marzo 2020. A causa di un virus alieno diffuso sull’intero pianeta, raggiunto lo stato di illuminazione durante la lunga quarantena in criomeditazione, nasce The Casual Gamer: ennesimo blog di recensioni di videogiochi.

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