Retro adventure! Ep.1 La mia riscoperta degli Arcade, e piccola guida a come farsi un cabinato

In questa calda estate 2020 sono tornato un po’ bambino con la riscoperta degli Arcade games. Il colpevole è il Bug Arcade Bar, un locale super user friendly (in Via Magolfa 23, a Milano) dove, tra una birra e l’altra, è possibile giocare con la storia delle console e soprattutto con dei bellissimi cabinati!

Tornato in Veneto per le vacanze, memore delle lunghe estati passate all’ombra delle luci neon, circondato da suoni digitali, mi sono quindi messo a cercare i contatti degli amici di un tempo, quelli che si facevano la stagione gestendo le sale giochi del lido di Jesolo e Lignano. Erano i meravigliosi anni ’90 ed in quelle parentesi estive non passava giorno senza che le mie scorte di 500 lire non venissero convertite in gettoni. I miei preferiti erano Bubble Bubble (1986), Jackal (1986), Cadillac And Dinosaurs (1993), Metal Slug (1996) e successivamente Point Blank (1994) e The House Of The Dead (1996). Purtroppo, in Italia, se escludiamo le località balneari, le sale gioco erano spesso viste come zone poco raccomandabili della città. La frequentazione notturna, il fatto che fossero ingolfate di fumo, il costante giro di contanti e la velocità con cui poteva finire una paghetta settimanale, sono tutti ottimi motivi sul perché i miei genitori non fossero felici di sapermi attratto più dai freddi pixel degli schermi che dai roventi granelli di sabbia della costa adriatica.

Alcuni cabinati dedicati scoperti nella mia ricerca in un capannone della bassa padana.

Long story short: dopo una breve ricerca, risalito ai fornitori di quelle gloriose sale, ormai chiuse o riconvertite, sono riuscito a coronare il mio sogno di bambino e comprarmi un cabinato: un modello “Royal System” della “Mastervideo” rosso fiammante con applicato un marquee “Montanari”. Al momento è parcheggiato in salotto di mia mamma, che ovviamente ne è felicissima. Ma non pensate anche voi che dia un tono all’ambiente? Si mamma, va bene, lo porto via asap.

Il mio Cabinato. Welcome home.

Se avete sempre voluto un cabinato ma, come me fino alla settimana scorsa, non sapete dove iniziare, cercherò di spiegarlo brevemente e di darvi anche qualche prezioso consiglio!

Il box e i produttori italiani

Per quanto riguarda l’aspetto esteriore del box, a meno che voi non stiate cercando un Arcade dedicato (ovvero una macchina progettata e disegnata per montare esclusivamente un titolo solo) quasi tutti i cabinati che popolavano lo spazio delle sale giochi in Italia erano, di fatto, multigioco, e per questo venivano fabbricati senza grafiche specifiche. Il più delle volte erano semplicemente mono colore, oppure, si fregiavano di side art personalizzate o astratte.

Alcuni dei nomi dei costruttori più famosi in Italia erano: Zaccaria, RMG (Renato Montanari Giochi), Minghetti e Midcoin. Oltre a fornire dei cabinati resistenti e di ottima qualità, ai lati delle loro macchine degli anni ’80 e inizio ’90 si possono trovare le side art più belle. Se volete il cabinato perfetto è probabile che sia il lavoro di uno di questi produttori che dobbiate cercare. In quegli anni il materiale utilizzato era il legno che negli anni seguenti venne sostituito da altri materiali più leggeri ed economici (il compensato e la plastica), ma il feeling, lentamente, si perde, mentre il design cambia fino ad arrivare ai bruttissimi modelli degli anni 2000 ed al conseguente tramonto degli Arcade. (Se conoscete altri produttori italiani lasciateli nei commenti! Ho anche trovato questa bella lista).

L’hardware

L’hardware interno al box può invece essere originale. I cabinati in Italia venivano commercializzati col nome di “prontoscheda”, seguivano uno standard internazionale detto JAMMA, ed alla scheda madre del cabinato veniva di volta in volta connessa la ROM del gioco scelto. Lo standard JAMMA (usato dal 1986 al 1999 circa) uniformava i connettori dei giochi dei diversi produttori ed era composto dai segnali per 2 joystick a 8 direzioni, 2 pulsanti di start e 6 pulsanti di gioco (3 per giocatore), 2 segnali di crediti e un canale audio mono. A meno che voi non siate dei collezionisti o dei puristi dell’hardware, farsi un cabinato a JAMMA è possibile ma molto costoso. Inoltre, permetterebbe di montare un solo gioco alla volta. La scelta più comune per chi voglia semplicemente ritrovare lo spirito di quegli anni è quella di sostituire questi componenti con un emulatore. Lo vedremo più avanti.

Prezzi e manutenzione

A meno che non abbiate la fortuna di trovarne uno nuovo, questi cabinati sono stati in circolazione per una trentina d’anni, spesso maltrattati dai frequentatori delle sale giochi. Il valore del cabinato cambia quindi, oltre al materiale e al modello, anche in base al suo stato di usura. Sono frequenti le bruciature di sigaretta, angoli consumati, e parolacce incise con le chiavi degli scooter. Essendo macchinari molto vecchi, un buon consiglio è quello di sostituirne l’alimentatore con uno nuovo, per evitare sorprese, così come di non lasciarlo mai direttamente collegato alla corrente quando spento. Mediamente, un cabinato classe 1985-1990 in buono stato lo trovate dai 200 ai 300€ ai quali dovete tenere in conto di aggiungere i lavori hardware di cui parlavamo prima, fino a raggiungere i 600, 800€ per il prodotto finito, se lo commissionate.

I cabinati leggendari

Esistono dei casi particolari di “cabinati originali”. Ad esempio il box MVS della NeoGeo, sviluppato dal 1990 al 2004 in coppia con la console AES. Dal caratteristico colore rosso, montava un innovativo sistema a 6 schede di gioco ed era dotato di memory card. Un altro modello leggendario è il Nintendo Vs. System. Questi cabinati brandizzati sono molto ricercati, ma molto rari in Italia. Una scelta del genere rientra nel collezionismo e volere un box del genere richiederebbe anche di conservarne l’intero hardware originale. I costi lievitano, e potreste poi giocare unicamente ai titoli fisicamente posseduti, anch’essi molto costosi e rari.

Catodico VS Lcd

Ma di quali lavori necessita il vostro nuovo cabinato per poter finalmente prendere spazio nella vostra taverna, studio, o salotto di mamma? La prima scelta riguarda lo schermo catodico: tenerlo o sostituirlo? Ho ricevuto opinioni discordanti a riguardo ed è giusto riportarle entrambe. Il CRT permette l’esperienza originale ed è importante notare come la stessa pixel art dei giochi fosse disegnata per sfruttarne caratteristiche e difetti (il gaussian blur). In caso di guasto però, dovrete imparare a sistemarvelo da soli o chiamare un tecnico. Se non ve la sentite, l’opzione é quella di sostituire il vecchio catodico con un LCD moderno. Il risultato non sarà mai veritiero come con un CRT ma almeno non dovrete pensare alle riparazioni ed il vostro bambino peserà 10kg in meno. Inoltre, la risoluzione adattiva dell’LCD permette di passare da giochi orizzontali a verticali senza smontare niente. Un altro suggerimento, se decidete di sostituire lo schermo, è quello di incassare quello nuovo in un passepartout, o comunque nasconderlo al meglio, questo per ottenere un effetto omogeneo ed evitare di vedere “un televisore dentro al cabinato”.

L’emulazione e il gusto del vintage

Si, perché fondamentalmente è di un televisore con una console che stiamo parlando, e anche qui esistono due soluzioni. La prima è quella di montare un Raspberry PI con una scheda Pi2JAMMA, per avere una ottima resa video nell’emulazione uniti ad un ottimo hardware, ma dovrete passare del tempo a configurarvelo (se capaci) ed inserire manualmente le ROM virtuali dei giochi. La seconda scelta è più “plug and play” e si affida ad una Pandora’s Box. Ne esistono varie versioni, e le ultime contengono al loro interno delle compilation da circa 2000 titoli. Non dovrete quindi scegliere quale gioco montare sul vostro cabinato perché ritroverete tutti i vostri preferiti ed altre centinaia di cui non avrete mai sentito parlare!

Capcom e il suo emulatore in questi Arcade Stick. Ma solo un cabinato è per sempre!

Per dare alla cose il giusto nome, il Retrogaming si divide in tre aree: vintage, emulazione, e portabilità (che qui non ci interessa). Nel vintage rientrano tutti i giochi che sono giocati esclusivamente sul loro hardware originale. È vintage la scelta di acquistare un MVS Neo-Geo, un Nintendo Red Tent, o di recuperare un JAMMA. L’emulazione invece comporta che un nuovo sistema ne simuli uno vecchio, ed è quello che stiamo facendo col nostro cabinato quando andiamo a montargli il Raspberry o la Pandora. C’è da dire poi come lo stesso mobile assuma in realtà un valore vintage, nel suo design, costruzione, e componenti.

L’impianto audio

Nella maggior parte dei casi, sia il control panel che le casse (se non le vedete sono dietro al marquee superiore) saranno ancora funzionanti. Non ci sono note particolari per l’audio, solo una cosa: accertatevi di collegare l’emulatore all’impianto del cabinato e non alla televisione 🙂

I controllers

I control panel sono stati progettati per resistere nei peggiori bar di Caracas, e non serve sostituirli, a meno che non vogliate delle modifiche particolari come ad esempio aggiungere dei tasti o cambiare il tipo di joystick. (Personalmente, adoro il modello “a palla” ma c’è chi invece ama quello a cono, e le vesciche che lasciava sul palmo della mano). C’è da dire che non sarebbe il caso di alterare la composizione dei controlli del cabinato che scegliete, poiché è una delle poche cose che ne rappresenta il design originale e l’effettivo valore vintage del vostro Arcade Box, vero e proprio pezzo di modernariato.

Abbiamo visto come lo standard JAMMA originariamente fosse a 3 tasti ma verso la fine degli anni 90, i tasti passarono a 4. Alcuni giochi poi, quasi esclusivamente dei picchiaduro, arrivarono a utilizzare addirittura 6 tasti. Il primo fu Street Fighter (1987) e molte sale, non avendo cabinati giusti per farlo girare, lo montarono ugualmente sui modelli da 3 o 4 tasti. Ora sapete che se non riuscivate mai a vincere una partita a Street Fighter probabilmente il motivo era che non potevate accedere a tutte le mosse disponibili. Ridatemi subito le mie 500 Lire!

E complimenti. Se avete seguito tutti i passi necessari, siete ora tra i fortunati possessori di una compilation dei videogiochi che hanno fatto la Storia, montata su un pezzo di arredamento unico!

Ringrazio Alessio C. di Theta Division per le dritte tecniche; Sasha di thearcadegarage per le precisazioni; Mattia per avermi trovato e montato il cabinato; Emanuele e Martino per avermi accompagnato nella ricerca e trasporto! Nei prossimi episodi di Retro adventure! esplorerò le centinaia di giochi contenuti dalla mia Box per provare quei titoli a cui non ho mai avuto occasione di giocare o che non conoscevo, alla ricerca di qualche capolavoro. Suspance! Per il momento è tutto, se avete domande, commenti, o pensate che mi sia scordato qualcosa di importante, lasciate pure un commento below 🙂

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The Casual Gamer

Data stellare Marzo 2020. A causa di un virus alieno diffuso sull’intero pianeta, raggiunto lo stato di illuminazione durante la lunga quarantena in criomeditazione, nasce The Casual Gamer: ennesimo blog di recensioni di videogiochi.

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